MOBILITA’ E FLESSIBILITA’: PERCHE’ E QUANDO ALLENARLE
- Michael Lepore
- 24 giu 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 lug 2018
MOBILITA’ E FLESSIBILITA’: PERCHE’ E QUANDO ALLENARLE

Forse sono le parti dell’allenamento più odiate e trascurate dagli atleti, dai frequentatori di palestra e soprattutto dagli sportivi occasionali…di sicuro non rappresentano il momento più divertente dell’intera seduta di lavoro, ma non per questo sono di minor importanza: stiamo parlando della mobilità articolare e della flessibilità muscolare!
“…ma non è la stessa cosa?”
Ovviamente no, altrimenti non si sarebbero presi la briga di chiamarla con due nomi differenti. Entrambe concorrono alla mobilità dell’intero apparato locomotore ma, per fare chiarezza, distinguiamole.
Mobilità articolare e ROM

Per mobilità articolare si intende la capacità di compiere movimenti articolari con la massima ampiezza; è un presupposto fondamentale per una corretta e completa esecuzione tecnica dei movimenti. Un insufficiente sviluppo di questa capacità incide negativamente sull’apprendimento delle azioni motorie, incrementando inoltre il rischio di infortuni.
È legata alla capacità delle articolazioni di muoversi al loro pieno potenziale.
Il ROM (no, non parliamo del popolo nomade sul quale si fanno oggi fin troppi dibattiti) è il Range Of Motion, ovvero ciò che definisce la mobilità articolare indicando i gradi di libertà permessi da un’articolazione.
Il ROM è usualmente misurato dal numero di gradi compiuti da un segmento corporeo dalla posizione di partenza alla posizione finale, lungo il suo completo arco di movimento.
È allenabile a corpo libero tramite esercizi di “MOBILITY” o attraverso sovrappesi che portano le articolazioni a raggiungere il loro limite funzionale.
Flessibilità muscolare e stretching

La flessibilità muscolare è la capacità di un muscolo di allungarsi e far raggiungere il massimo ROM articolare ad un segmento corporeo; la flessibilità non è a sua volta da confondersi con l’elasticità muscolare, ovvero la capacità di un muscolo di ritornare nella sua posizione di partenza una volta allungato!
La flessibilità è allenabile tramite esercizi di stretching.
Ricordiamoci che un lavoro basato sullo stretching migliora il grado di allungamento muscolare ma non il livello di elasticità!
Lo stretching può essere sia attivo che passivo, in funzione della sua modalità di attivazione; la prima consiste nel raggiungere la massima escursione di movimento attraverso l’azione muscolare (come per uno slancio), mentre nella seconda la massima escursione di movimento si ottiene sfruttando l’azione di forze esterne (come la gravità o attrezzi ausiliari).
Quando allenare la mobilità dell’apparato locomotore
La capacità del corpo di adattarsi ad allungamenti delle sue componenti articolari e muscolo-tendinee varia in base al momento della giornata: il momento meno favorevole all’allungamento muscolo-tendineo va dalle 6 alle 9 del mattino, mentre la fascia oraria dalle 12 alle 21 è quella più indicata.
Questo non significa che se mi alleno in quell’orario posso sentirmi meno in colpa a saltare la fase di stretching, ma semplicemente che va preparata e seguita con attenzione perché si è più propensi ad infortunarsi!
Fattori che influenzano la mobilità generale dell’apparato locomotore
- Grado di estensibilità dei muscoli che circondano l’articolazione,
- conformazione anatomica delle superfici articolari,
- età dell’individuo,
- temperatura corporea interna e dell’ambiente circostante,
- stato di salute dell’organismo e del suo affaticamento,
e per ultima (ma non ultima!)
- la genetica individuale.
Perché allenare mobilità e flessibilità
Serve davvero spiegarlo? Le finalità di un allenamento dedicato alla mobilità articolare ed alla flessibilità muscolare sono molteplici:
Economizzare il lavoro muscolare (più sono rigido, più fatica farò per muovere il mio corpo),
Fare prevenzione posturale (un accorciamento dei muscoli posturali porta a squilibri articolari che possono sfociare in dismorfismi problematici),
Evitare squilibri muscolari (muscoli troppo forti e retratti stressano tanto le articolazioni e i muscoli antagonisti che dovrebbero opporsi ad essi durante i movimenti),
Prevenire traumi futuri (attenzione: lo stretching prima di un allenamento NON riduce il rischio infortuni! Ne parlerò in un prossimo articolo),
Migliorare la capacità di carico (una mobilità limitata limita i contromovimenti, ovvero tutti i caricamenti che si fanno per sollevare/spingere/tirare un peso).
La prossima volta che sbuffi quando il tuo coach ti propone lo stretching…pensa a questo articolo!
Davide Fraternali
Bibliografia
Agabio R., Ginnastica generale: didattica e metodologia, Società Stampa Sportiva, Roma – 2004.
Fiorini G., Coretti S., Bocchi S., Corpo libero due – movimento e salute, Marietti scuola, Varese – 2011.
Gollin M., Baseggio L., and Luciano A. "Ritmi Circadiani e flessibilità muscolo-tendinea." SDS. SCUOLA DELLO SPORT 78 (2008): 63-70.
Weineck J. "L’allenamento ottimale." Calzetti Mariucci Editori, Perugina (2001).
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